mercoledì 7 marzo 2012

Toponomastica a Milano

Leggo sul Corriere della Sera di martedì 6 marzo:
"le donne del PD (consiglio provinviale di Milano) lanciano l'appello: intitolare nuove vie a pittrici, artiste,politiche, studiose, benefattrici. La toponomastica, ora, è troppo sbilanciata in senso maschilista".
Le consigliere hanno presentato un ordine del giorno con il quale si chiede "il giusto riconoscimento culturale e sociale  delle donne protagoniste della nostra storia e fino ad oggi oscurate, cancellate, marginalizzate e sospinte nel privato come sfera prioritaria di appartenenza".

Nell'articolo vengono riportati i numeri a supporto di quanto evidenziato con il commento:
"un dato allarmante che non rende giustizia al contributo femminile del nostro Paese".

Sono perfettamente cosciente di andare controcorrente ma consentitemi di fare alcune osservazioni.
Primo, ritengo esagerato che venga riservata quasi una pagina intera del Corriere Milano a questo argomento. Ci sono temi ed argomenti della vita sociale, culturale, impreditoriale di Milano che meritano, a mio modesto parere, di essere affrontati, approfonditi e portati a conoscenza del grande pubblico.
Secondo, credo che il Consiglio provinciale di Milano abbia cose molto più importanti ed urgenti a cui dedicarsi. Un esempio: le scuole.
Terzo, ma veramente una donna si sente più considerata, valorizzata, rispettata perchè trova nella sua città strade, piazze etc intestate ad altre donne? Oppure se vede il cartello stradale con le fattezze femminili anzichè quelle maschili?
Mi auguro sinceramente che questo non corrisponda alla realtà; in caso contrario, ahimè.....

Queste mie considerazioni non vogliono negare il fatto che moltissime personalità femminili dell'arte, della storia, della politica, della letteratura meritirebbero di avere il proprio nome e cognome su una "viaria" ma è necessario presentare un ordine del giorno, dedicare una pagina di un quotidiano nazionale ed usare termini quali "allarmante", "oscurate", "marginalizzate"?
La mia risposta semplicemente è no. Mi sembra decisamente esagerato.

La parità (sostantivo che non trova il mio favore) tra uomini e donne è un'altra cosa e si dimostra in altro modo: non può essere un pareggio 1a1, 2a2 o 1000a1000 come si trattasse di una partita di calcio.

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